Nel web 2.0 è sempre più importante il ruolo giocato dai social network, tanto rilevante che si è arrivati a parlare di Web sociale come nuova categoria relazionale.
Credete nell’esistenza di una dimensione parallela separata dalla nostra, ma nello stesso tempo coesistente con essa? Ossia, pensate che sia possibile la compresenza di due mondi che in un dato momento tendono a sovrapporsi e ad incrociarsi fino al punto di camminare parallelamente? Facciamola ancora più semplice: a vostro parere possiamo vivere a cavallo tra due mondi?

Nel web 2.0 è sempre più importante il ruolo giocato dai social network, tanto rilevante che si è arrivati a parlare di Web sociale come nuova categoria relazionale.

Credete nell’esistenza di una dimensione parallela separata dalla nostra, ma nello stesso tempo coesistente con essa? Ossia, pensate che sia possibile la compresenza di due mondi che in un dato momento tendono a sovrapporsi e ad incrociarsi fino al punto di camminare parallelamente? Facciamola ancora più semplice: a vostro parere possiamo vivere a cavallo tra due mondi?

Io credo di si, e la risposta è semplice. Le realtà parallele a cui facciamo riferimento sono la realtà fisica, cioè la dimensione spaziale nella quale noi esseri umani siamo caratterizzati da certa fisicità, da una propria quotidianità, da un insieme di relazioni. Poi c’è la realtà virtuale, i cui soggetti sono sempre gli stessi della realtà fisica, ma caratterizzati da azioni, relazioni e peculiarità differenti, sviluppate nel web. Sostanzialmente la compresenza di due mondi distinti ma convergenti può essere paragonata al continuo accavallarsi degli ambienti offline e online che fanno da scenario alle attività e alle relazioni umane attuali. Questo significa che l’uomo del 2013 è una figura in grado di gestire contemporaneamente, e per contemporaneamente si intende nelle stesso specifico arco di tempo, una duplice relazione con il mondo: una reale, fatta di relazioni fisiche, e una virtuale, fatta di interazione via web.

Un semplice dispositivo elettronico permette ad una persona di fare la fila al supermercato, e quindi trovarsi fisicamente in un ambiente ben definito, di cui fanno parte specifiche persone e da cui possono nascere occasionali relazioni umane, e nello stesso tempo di chattare, taggare, commentare, twittare, bloggare con una comunità virtuale appartenente ad un arco spazio-temporale differente rispetto a quello del soggetto in questione.

Cosa significa questo?

Significa che grazie alle tecnologie by Web 2.0 (vedi Facebook, Twitter, i Blog ect.) è possibile vivere in tempo reale quello che accade all’interno di una comunità virtuale, fatta di persone reali, ma con una realtà temporale e spaziale diversa. Il successo, soprattutto dei social network, dimostra che la nuova realtà nata nell’universo fatto di bit piaccia all’uomo del XXI secolo al punto che trovare una persona che non possieda un account in Facebook è davvero una rarità.
Il cambiamento che il web sociale ha portato nella nostra vita è evidente e perfettamente identificabile. Innanzitutto l’abbattimento delle barriere spazio-temporali, si comunica sempre, dovunque e con chiunque, poi la difficile distinzione tra spazio pubblico e spazio privato. Far parte della comunità Web 2.0 comporta infatti la perdita di una parte della propria intimità, nel senso che far parte del gioco implica che i partecipanti (ed in alcuni casi anche esterni) vengano a conoscenza direttamente, se per libera deliberazione dell’utente, o indirettamente, attraverso il “bocca o bocca” virtuale, di informazioni, dichiarazioni, riflessioni dell’utente.

Per questo viene da chiedersi: fino a che punto le tecnologie web 2.0 hanno apportato un beneficio tangibile alle relazioni personali tra gli individui? E quanto qualitativamente è cambiata l’attività comunicativa per dimostrare che gli strumenti del web sociale abbiano apportato un reale vantaggio alle relazioni umane? Vivere a cavallo tra due mondi comporta sicuramente delle conseguenze.