“L’informazione come lezione sta lasciando spazio all’informazione come conversazione”

Queste parole, tratte da un discorso enunciato nel 2004 dal presidente dell’agenzia di stampa internazionale Associated Press, Tom Curley, esprimono in maniera calzante la nuova forma di fare informazione che si sta diffondendo da una decina d’anni a questa parte. Sicuramente ognuno di voi si sarà cimentato nell’esperienza di reporter pubblicando su Youtube un video di un evento di cui siete stati testimoni (vedi la nascita di youreporter) o vi sarà capitato di condividere un articolo su Facebook diffondendo attraverso il vostro profilo una notizia e generando su di essa una conversazione con i vostri amici. La tecnologia moderna ci consente di trasmettere in tempo reale la nostra testimonianza ad un evento, attraverso video e foto che possono essere inviate con telefonino direttamente alla rete.

L’informazione come conversazione trova la propria genesi proprio all’interno di tutti questi strumenti introdotti dal Web 2.0: blog, siti web, social network, wikipedia, strumenti di videosharing e photosharing.
Il web sociale ha fatto sì che il fare e diffondere informazione non sia più un’attività elitaria, ma un esercizio aperto a tutti. Non a caso si parla di giornalismo partecipativo, o citizen journalism, ossia una forma di generare e divulgare l’informazione in modo partecipativo attraverso la collaborazione di coloro che di fatto non esercitano la professione giornalistica, ma che sono entrati a far parte del meccanismo informativo mondiale.
Oggi possiamo accedere a siti istituzionali, ad agenzie di stampa e diffondere una notizia nel web attraverso le piattaforme offerte dalle rete (blog, siti personali, social network). L’informazione non solo può trovare il proprio ramo di diffusione in un comune utente, ma può essere essa stessa generata dall’utente.

Ciò significa che l’informazione può partire dal basso, possiamo noi stessi essere veicolo di diffusione e punto di partenza del flusso informativo.

La nostra interattività può essere considerata di diversi gradi: si parte da quegli utenti che usufruiscono del web solo in forma passiva, e quindi la loro attività si riduce a mera consultazione dei contenuti sul Web, fino ad arrivare ad utenti attivi che instaurano meccanismi di conversazione con coloro che gestiscono la pubblicazione dell’informazione in rete, contribuendo con le loro opinioni a generare nuovi contenuti, o a coloro che fanno del proprio sito personale o blog un vero e proprio bollettino di informazione in rete.
Conseguenza di questo nuovo scenario è che al giornalista e all’editore, si affianca una nuova figura vivace nel mondo dell’informazione, che vi partecipa come protagonista e non più sono come spettatore. Il ruolo del giornalista e quello delle grandi testate vede minata la propria egemonia nel processo informativo, non solo dai concorrenti, ma dal suo stesso pubblico.
La mancanza di una contro verifica dei contenuti diffusi dai media tradizionali, ha dato il via ad una forma di informazione più democratica nella quale noi cittadini possiamo essere il punto di inizio del flusso informativo e la veridicità del contenuto viene costantemente appurata dalla comunità di utenti, che possono smentire la notizia con un commento o esprimere la propria opinione in forma assolutamente democratica. Nonostante questo la notizia diffusa dalle testate continua a prevalere su quella diffusa dal pubblico, in quanto la loro notorietà viene associata alla loro credibilità e all’accuratezza nella ricerca delle fonti e diffusione delle informazioni.

Il potere che ci è stato dato dalle tecnologie del Web 2.0 non può essere di certo sottovaluto: quindi postate, taggate, condividete e generate informazioni attraverso il vostro spazio nel web e siate voi stessi protagonisti del flusso informativo fatto di bit!